Francesco lavora la terra e coltiva mele, qui a Maso Quadrifoglio, da più di 40 anni. Dalle varietà da tavola più comuni a quelle più particolari e antiche, ha sempre cercato piante da frutto con una loro storia, gusto e carattere. Nel corso degli anni ha piantato più di una dozzina di differenti tipologie di mela, ognuna con caratteristiche diverse, senza però smettere di cercare piante spontanee o antiche al di fuori del suo campo.
Da questo pensiero, dalla ricerca e dalla passione, nasce la nostra linea MONO, una ricerca dell’essenziale, dove la varietà è la protagonista. Si tratta di una raccolta di sidri di mela e pera monovarietali, ovvero nati dalla fermentazione ed esaltazione di una singola varietà di frutta. Questa linea vuole valorizzare varietà antiche, rare, recuperate a seguito di una capillare ricerca sul territorio. Si tratta di produzioni marginali, non adatte al commercio della frutta da tavola, che però racchiudono peculiarità e sapori unici.
Da questi raccolti eccezionali otteniamo sidri unici, dalla forte personalità. Poche bottiglie, prodotte solo quando la materia prima è disponibile. Ogni lotto diventa irripetibile, e con una diversa storia da raccontare.
Spadone del Curato 2020 è il primo prodotto della nuova linea MONO. La protagonista indiscussa è proprio la pera Spadone del Curato, una varietà antica, di origine francese. Fu scoperta per caso, nel 1760, nei boschi di Fromenteau dal curato Leroy di Villiers-en-Brenne, il quale era anche appassionato vivaista e autore del Dizionario di Pomologia. Dalla Francia, la pera del curato si diffuse rapidamente in tutta Europa, apprezzata particolarmente per il suo profumo e i suoi svariati utilizzi. Tuttavia, nel corso dei decenni, questa varietà fu abbandonata per favorire piante di pero più produttive e commerciabili. Per questo motivo, ad oggi, si possono trovare poche, vecchie, piante incolte a margine di prati o frutteti.
Le nostre pere Spadone del Curato sono state raccolte a fine ottobre sull’Altopiano della Paganella, tra le montagne del Trentino. Si tratta di alberi con più di settant’anni, che non vengono trattati chimicamente dall’uomo. Abbiamo cercato questa varietà perché contraddistinta da buona consistenza e astringenza, caratteristiche che la rendono perfetta in cucina. Colpiti dal suo profilo organolettico e dalla sua personalità, abbiamo deciso di utilizzarla come protagonista del nostro sidro di pere. Ci ha stupiti il buon contenuto di zucchero, acidi e tannini, dati dall’età delle piante e dall’altitudine in cui le piante crescono.
Durante il processo produttivo abbiamo voluto rispettare il più possibile le caratteristiche della pera, fermentandone il succo con ceppi di lievito selezionati.
Il risultato è un sidro che nel calice si presenta giallo dorato, di bella vivacità. Al naso il profilo aromatico della pera si arricchisce di note derivate dalla fermentazione, soprattutto floreali che ricordano i fiori di campo e la paglia.
In bocca presenta buona morbidezza, conferita sia dagli zuccheri residui che dal contenuto di alcool.
La progressione continua con un acidità che rende la bevuta scorrevole, mentre la chiusura ha sapore sapido e ammandorlato. Si abbina facilmente a molte pietanze, molto interessante con pennette con sugo alle noci, o anche con trancio di salmone al forno.